Back to School

Inizialmente avevo impostato l’articolo in modo diverso, avevo pensato di fare una breve premessa sull’aspetto positivo del ritorno alla vita “normale“ ed un in bocca al lupo a tutti i ragazzi, grandi e piccini che a breve ricominceranno la scuola. Poi un evento subito, sulla mia stessa pelle, mi ha fatto riflettere e cambiato la mia prospettiva. L’incertezza è il sentimento che ci accompagna ormai da mesi, insieme alla preoccupazione, che si amplifica ora che i nostri piccoli tornano a scuola, giustamente, oserei dire! Le scuole riaprono e non è stato fornito alcun decalogo al quale fare riferimento, e secondo cui preparare i ragazzi ad nuovo approccio scolastico. Forse perché nessuno sa come fare? Distanziamento sociale, mascherine, igienizzante, tutte precauzioni validissime che devono essere adottate, ma possono bastare? Il mio esempio potrà essere oggetto di riflessione per molti: nella struttura in cui opero, sono state adottate, secondo la legge, tutte le misure di sicurezza possibili, ma nonostante questo ci siamo imbattuti in un grosso rischio; un caso di positività al covid-19 e dal quel momento il panico si è impossessato di tutti noi. Partita la procedura dei tamponi, abbiamo scoperto di essere negativi e tutti “in salvo“, per questa volta. Dico per questa volta, non perché io voglia fare l’uccello del malaugurio ma semplicemente per rafforzare la consapevolezza del rischio al quale siamo soggetti, ogni giorno in qualunque posto. Si sa che bambini o ragazzi, che siano sono un pò meno attenti quanto possa essere un adulto, è per questo che la scuola diventa, così un luogo di maggiore pericolo. In questa guerra al corona virus, non ci sono carnefici, è inutile additare la maestra come soggetto superficiale o il collaboratore scolastico come soggetto poco attento alla pulizia, purtroppo siamo tutti vittime di questo nemico invisibile e nessuno può prevedere il suo attacco, le sue conseguenze o i suoi effetti negativi. Quello che possiamo fare è prendere consapevolezza del periodo d’emergenza in cui stiamo vivendo: un genitore che manda il proprio figlio a scuola, immagino abbia già messo in conto che, in un contesto fatto di tante persone, la diffusione del virus è molto più facile. Probabilmente non è facile da accettare, ma prima di dispensare consigli ai nostri ragazzi, dovremmo fare un lavoro su noi stessi per accettare la situazione e le sue conseguenze. D'altronde siamo stati bravi finora, continuiamo a rispettare quelle quattro regole basi che, da mesi ci accompagnano anzi sono diventate parte integrante del nostro modo di vivere…

ed andrà tutto bene! Buona scuola a tutti!